Giorno di riposo. Vado a camminare su un ghiacciaio, ma
torno indietro troppo tardi: nel pomeriggio la neve è morbida, affondo fino ai
fianchi, camminare è impossibile.
Lungo il sentiero uccellini rosa, aquile, una specie di
cerbiatto, gli immancabili yak,
inquietanti avvoltoi scuri. Ma, più inquietanti di tutti, lui: il tedesco dallo sguardo folle che trovo all’arrivo nella tea house. Viaggia da solo, non parla con nessuno, ogni tanto si
guarda intorno e la temperatura scende di altri 20 gradi. Secondo me è
ricercato dall'Interpol per omicidi multipli e si è rifugiato qui sopra con la
scusa del trekking (ammesso che stia facendo un trekking: non dice nulla di sè, nemmeno il nome). Forse le ultime vittime della montagna sono sue.
Forse lo Yeti è proprio lui. Appena cala il sole la nebbia emerge dalle acque del lago e avvolge misteriosamente Gokyo, dando un contorno di leggenda a tutto, anche a lui.
(foto di Lachlan Jones) |
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