giovedì 20 novembre 2014

Cercasi disperatamente contrabbandieri e prostitute

Sulle scalinate di una splendida pagoda dorata al centro nella foresta di Chiang Dao un ex-pilota di jet militari, attualmente tecnico di TV via cavo (come elettricista guadagna quattro volte tanto, mi assicura, e adesso investe in oro e gomma), tenta inutilmente di convertirmi al buddismo. Dev'essere il cugino del cartolaio di Katmandu. 
Lo sto ad ascoltare unicamente perchè ha una moglie bellissima: appena Giunco Abbagliante si alza io tolgo il disturbo. Peccato, eravamo arrivati ai mudra, ai naga dorati dalle cinque teste e alle virtù capitali. La quarta - fa in tempo a spiegarmi, con uno sguardo improvvisamente severo - recita "non desiderare la donna d'altri". Meglio strapparsi l'occhio destro e buttarlo nella Geenna, penso: è più spettacolare. 

Qui mi appare Giunco Abbagliante, più bella dei naga dorati

Lascio la giungla dietro di me e vengo risucchiato in una girandola di bus.
Stanotte dormo nella Mae Sai Guest House. A pochi minuti dal paesino, un angolo tranquillo gestito da due thai di mezza età. Un pugno di palafitte in bambù in riva al fiume, che mormora soporifero la sua ninna nanna fangosa. Sull'altra riva, a una ventina di metri scarsi, il vietatissimo Myanmar. Vita dura, quella dei contrabbandieri locali.

Mae Sai. Sarà un caso che caffè e fiume hanno lo stesso colore?

Tutto bene, se non fosse che rimango intrappolato nella cazzo di capanna di bambù. Di quelle cose che non possono succedere neanche a studiarle con cura: mi cade la chiave tra la porta e la zanzariera interna, contemporaneamente il chiavistello esterno si incaglia contro il telaio. Sorrido tra me e me. Figurati. Gli amici tossicodipendenti del centro dove ho fatto servizio civile mi hanno insegnato ad aprire una porta blindata con il tagliaunghie. Questione di secondi. Pfui. Mi metto al lavoro. Utilizzo di tutto, dall'asciugamano alla gruccia di metallo (per l'occasione srotolata), per far scorrere i chiavistelli. Dopo mezz'ora penso che le porte blindate occidentali sono un monumento alla cialtroneria. Niente. Mi scortico due dita. Ricorro al più tecnico dei rimedi: do forti calci al telaio, nonostante un foglietto sbiadito alla parete mi ricordi che qui dentro è vietato portare prostitute, praticare il gioco d'azzardo e scardinare telai. Niente. Chiamo, ma nessuno risponde. I contrabbandieri devono essere già tutti al lavoro. Anche le prostitute. Riprovo. Niente. Disperato, cerco di uscire dalla finestra. Mi scortico un fianco. I bestemmioni iniziano a coprire il ronzio delle zanzare. Ne esco dopo un'ora, sanguinante e con la gruccia ridotta a brandelli.

Rischio di passare la vecchiaia in questa capanna

Ah, la prima capanna a sinistra, appena entrati, sotto un albero alto. Se doveste alloggiare qui non scegliete quella. L'albero ha dei frutti simili a piccole mele che di notte cadono a grappoli, rimbombando sul tetto di bambù e facendo tremare tutta la struttura con un effetto colpi-di-mortaio che potrebbe disturbare il sonno dei più sensibili.
Sì, è dove ho dormito io. Decisamente avrei dovuto prendere la caramella benedetta a Bangkok.


1 commento:

  1. Poi c'è chi invece di viaggiare e di lavorare, legge il tuo blog, in una giornata nebbiosa che ti toglie ogni energia.

    Annamaria

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