lunedì 12 gennaio 2015

Allah è grande, ma le mie occhiaie di più

Kuala Lumpur, Malesia. Dopo essermi scofanato il piatto più buono mai assaggiato in vita mia (perdonami, mamma) aspetto delle lunghe ore nell'affollata e modernissima Sentral Station. La coscia ancora sanguinante, distrutto dalla stanchezza, l'antibiotico che mi obnubila, buttato a terra come un barbone mentre i passi e le voci di milioni di persone rimbombano nelle mie orecchie.

Il sapore di quei noodles mi resterà in bocca per sempre
Quattro piani di negozi, Roma Termini in confronto è un cortile

Verso le nove arriva il treno notturno per la Tailandia. Entro. Cuccetta, aria condizionata, un piccolo lusso concesso alla mia ferita di guerra. Dormirò, almeno oggi? Sono tre mesi che non dormo, tre. Ho le occhiaie più grandi del mio zaino: ormai la mia roba la metto lì, tra gli occhi e le guance.
Ma stanotte è la volta buona, lo sento. Faccio un giro di ricognizione. Non ci sono galli in vista. Nessuna uscita per casse e microfono, il rischio karaoke è scongiurato. L'unico bambino è dall'altra parte del vagone, lontanissimo. Se qualcuno russa verrà tranquillamente sovrastato dal rumore del treno. Tutto a posto. Mi accomodo nella mia cuccetta, pregustando un lungo, meritato sonno. Mi addormento, cullato dall'ipnotico sferragliare delle ruote sui binari.
Povero illuso.

Il vagone prima che si spengano le luci

Verso le cinque, all'improvviso, una voce dall'altoparlante irrompe stentorea nel vagone. Salto dal letto. Non capisco un cazzo di quello che dice, ma vista l'ora penso a un'emergenza. Magari il treno va in fiamme o qualcosa del genere, dopo quello che mi è successo finora ci starebbe anche. Poi mi guardo intorno, nessuno si muove. I miei compagni di viaggio si rivoltano nelle lenzuola e si rimettono a dormire, mugugnando qualcosa, mentre la voce continua a tuonare, rimbalzando poderosa per tutto il convoglio.
Finalmente capisco. Siamo in territorio malese, dove l'Islam è la religione di stato. La voce è quella del muezzin che invita i fedeli alla preghiera mattutina. Lancio l’ennesima imprecazione, ringraziando Allah per l'ennesima alba in bianco.

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