giovedì 1 gennaio 2015

Piove, piove, piove

Il giorno dopo piove, piove, piove. Mi sveglio che piove e vado a letto che piove. Piove senza mai fermarsi. Pioggia forte, verticale, di quelle piogge tropicali come ho visto poche volte in vita mia. Un muro d’acqua che mi impedisce di vedere a pochi centimetri dal mio naso, le palme che si piegano sotto il diluvio, il rumore dello scroscio che sovrasta voci e pensieri.

Una pioggia costante, senza fretta, decisa, roboante

Zaka e Coralie non ci sono, intorno il deserto, dei lunghi blackout rendono ancora più surreale il panorama. Mi sistemo su un’amaca nella veranda del bungalow e guardo il diluvio cadere, per ore, finché diventa buio. Solo quando la fame supera per intensità la pioggia sguscio dentro la reception deserta e rubo dei pacchetti di patate fritte. Che giornata insolita e piacevole. Dondolando e sgranocchiando ozioso il meglio della gastronomia filippina, sotto un cielo invisibile, rifletto e faccio i propositi per il nuovo anno. A parte sterminare i galli, ovvio.

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