lunedì 27 ottobre 2014

Brividi a Gorakshep

Brividi di freddo, paura ed emozione. Nel pomeriggio arriviamo al miiitico – pronunciatelo alla Homer Simpson – campo base dell’Everest. Il romanticismo gioca (sporco) un grosso ruolo nei “più” del pianeta: il più alto, il più a sud, il più caldo, ecc. In realtà si tratta di una distesa di ghiaccio e roccia piuttosto anonima, da cui tra l’altro l’Everest manco si vede bene. Per fortuna sulla via del ritorno mi rotolano a pochi metri dalla capoccia dei grossi massi staccatisi dalle cime, che schivo appena in tempo grazie ai super-riflessi acquisiti dopo essere stato leccato da uno yak radioattivo. Almeno ho qualcosa da raccontare.

(foto di Lachlan Jones)
Gli altri, in piumino e guanti pesanti, racconteranno invece di quell’imbecille che sopra i cinquemila metri stava in maglietta e pantaloncini corti. 

(foto di Lachlan Jones)

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