martedì 28 ottobre 2014

Dzongla, Kala Patthar e la prima vittima del mal di montagna

Oltre i 5000 metri c'è circa la metà di ossigeno rispetto a quello cui siamo abituati, il corpo non funziona più tanto bene. Il primo a perdere colpi è Lachlan, l'australiano, colpito dai primi sintomi dell’AMS (Acute Mountain Sickness, il famigerato mal di montagna). Procede ormai a stento, sembra invecchiato di trent’anni. Io gli vorrei dire che a queste altitudini non è consigliabile bere un paio di birre al giorno - le compra nelle tea house - ma non sono suo padre e sto zitto. Decidiamo che arrivati a Gokyo si ritornerà per l’omonima valle senza affrontare il Renjo La, l’altro temibile passo. Per festeggiare si scola un’altra birra.

(foto di Lachlan Jones)

Ci si sveglia in piena notte per andare a vedere l’alba sul Kala Patthar. Una processione di fantasmi infreddoliti e assonnati per raggiungere quello che sarà il punto più alto di tutto il tragitto, circa 5500 metri. Mi sento come Frodo mentre sale sul Monte Fato: ogni passo si fa sempre più pesante, difficoltoso, con le gambe di colpo diventate pietra. Cerco il conforto di Sam, ma non lo distinguo tra le ombre spettrali che si muovono lente e intabarrate accanto a me.
(foto di Lachlan Jones)

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