giovedì 16 ottobre 2014

Kathmandu, il giorno che piovve per sempre



Il solito culo. Un ciclone imprevisto dall'India. Due giorni di pioggia continua e battente che manco durante i monsoni. Almeno ha lavato la strada dal sangue dei bufali sgozzati.
Manca la luce. Manca l’acqua (quella dentro le case).
Ma qui la festa continua, pioggia o non pioggia. E io ovviamente mi accodo.
Ho messo i lumi rituali davanti alle principali divinità.
Ho portato al collo la beneagurante collana di fiori arancioni e viola.
Ho comprato la mia veste lunga e ci vado in giro da ieri.
Per integrarmi del tutto mi manca solo il tika sulla fronte.
Il tika è una macchia rossa (riso, o altro) che rimane appiccicato per ore tra occhio e occhio. Un rituale familiare, è come farsi gli auguri di Natale. Ce l'hanno tutti, per tutto il giorno.
Buffo, sembra che abbiamo immerso la testa dentro un pentolone pieno di riso al pomodoro.

(foto di Silvia Carrozzo)
(foto di Silvia Carrozzo)

Con la tunica e i capelli rasati mi scambiano per un religioso e mi salutano rispettosamente. In maglietta, invece, cercano di vendermi hashish a ogni angolo della strada. Poi dicono che l’abito non fa il monaco. 

(foto di Silvia Carrozzo)
 Conosco i miei compagni di trekking: Lachlan (Australia), Maya (Russia) e Moi (Svezia). Quello con cui faccio più amicizia è Moi, che si chiama in realtà Mohamed Brajanovic ed è di origine bosniaca. È castano con gli occhi azzurri, altissimo e magro, mi spiega che ogni volta che manda il curriculum deve sempre aggiungere una foto perché altrimenti non c'è nessuna speranza che lo leggano. Dopo aver lasciato un’importante multinazionale, è stato volontario per qualche mese a Kathmandu, il tempo sufficiente per odiare profondamente il dal bhat (piatto nazionale, riso con zuppa di lenticchie e verdure varie. Qui si mangia TUTTI i giorni). È patito di calcio e legge tutti i giorni la Gazzetta dello Sport. Conosce tutti i giocatori dell’Atalanta dal 1958 a oggi. Parla anche un poco d’italiano. Un tipo bizzarro e simpatico.
(no, il terzo della foto non è Lachlan ma la sua guida, Santa)

(foto di Lachlan Jones)

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