mercoledì 22 ottobre 2014

Quaranta candeline a Tengbouche

L'Himalaya è una successione di yak, ponti sospesi, bandierine colorate e picchi altissimi che ti fanno venire il torcicollo. Il ciclone dell'India di due settimane fa ha fatto di tutto: due metri di neve in poche ore sopra i 5000 metri, il campo base dell’Everest evacuato in fretta e furia con gli elicotteri, valanghe sulla valle del Gokyo, feriti, tutti e tre i passi impraticabili, villaggi isolati e compagnia a briscola. Lasciando a noi, adesso, delle montagne ammantate di candida e splendida neve.

(foto di Lachlan Jones)

Tengbouche. I miei 40 anni non potevano capitare in un posto migliore. Un piccolo ma confortevole tea house, la stupa, uno splendido monastero buddista e... una bakery, dove ho ordinato la mia torta di compleanno con la scritta "tanti auguri" in nepalese, con tanto di candeline! Camera con vista sull'Everest, montagne innevate e rosse al tramonto tutte intorno, il dal bhat più buono finora provato, stelle cadenti, gli yak sotto la finestra a cantarmi la ninna nanna: cos'altro desiderare?
In questi primi quarant'anni ho fatto un sacco di esperienze belle, conosciuto un sacco di persone belle. Nei prossimi quaranta farò il bis. È tutto qua. Così semplice.

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