lunedì 10 novembre 2014

Docce calde e svastiche colorate

All’alba il cielo di Lukla si apre. I bimotore tornano a ronzare sulla pista della morte.
Torniamo a Kathmandu, dove si riordinano idee e bagagli. I miei compagni si fanno finalmente una doccia, dopo due settimane in cui l’acqua non ha toccato la loro candida (?) pelle. Non li riconosco: in abiti civili, senza scarponi in goretex e senza cappello di lana, e soprattutto senza quella sottile crosta di ghiaccio attorno alle ciglia.
In città il Tihar si trasforma: per i Newari è il capodanno, e lo festeggiano con grandi composizioni di fiori per le strade, lampade accese tutta la notte, danze e balli. Io accendo il cero rituale, ma non mi ricordo più cosa ho chiesto a ciascuna (tanto per non sbagliare) delle decine di divinità locali. Di sicuro un caffè come Shiva comanda.

(foto di Silvia Carrozzo)

Altra botta di culo. Tra poco ci sarà uno sciopero generale per 10 giorni, poi le elezioni. Io sarò lontano. Chi vincerà? Forse il partito che io chiamo nazicomunista. Simbolo: falce e martello con accanto la svastica, che farebbe la felicità degli scrittori di ucronie. Qui la svastica, simbolo del sole, è dappertutto, ne ho viste un sacco colorate dipinte dai bambini davanti alle case. 


Intanto abbiamo di nuovo accesso a un comodo internet. Mi accorgo che dal minuto 1:40 in poi questi tipi hanno fatto quasi lo stesso itinerario nostro, godetevelo: 
www.youtube.com/watch?v=Pwytuanh-_k&hd=1

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