La prima cosa che facciamo quando ci svegliamo è guardare
fuori. Nebbia e nubi basse. Un centinaio di persone girovagano lenti e senza
meta, con lo sguardo perso nel vuoto, attorno la rete metallica che dà sulla
pista dell’aeroporto. Al minimo rumore tutti si buttano isterici contro la
rete, sembra una scena di Walking Dead. Cercano i segni di un aereo, come
naufraghi alla vista di un fil di fumo all'orizzonte. Visi delusi, è il solito
elicottero che porta via i ricchi che possono permetterselo.
Non si parte neanche oggi. Io prendo la felpa e leggero
leggero, da solo, passo il giorno a visitare cime e villaggi lontani. Ah, la
saggezza e l'imperturbabilità dei 40 anni!
(foto di Lachlan Jones) |
Torno a Lukla quando fa buio. Qui mi aspetta una bella
sorpresa: oggi inizia il Tihar, la “festa
della luce”. Le stradine buie e fangose si riempiono di piccoli lumi, davanti
alle case simboli e mandala colorati
invitano la dea della prosperità Lakshmi
a entrare. Nella nebbia passi veloci di piedi scalzi, ombre sfiorate, risate
attutite che filtrano dalle case, voci lontane di bimbi che recitano
filastrocche, le silhouette scure delle ragazze che danzano come fantasmi
davanti alle candele accese, riempiono di canti e magia la notte himalayana.
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