Nella mia routine europea qualsiasi cosa che vada oltre la tazzina di caffè incontra il mio stomaco chiuso e addormentato. Da almeno una ventina d'anni la mia colazione dura dai 4 ai 5 secondi, a seconda di quanto è bollente il caffè.
Appena svegliati lo zuppone è un toccasana... |
Qui in Asia è diventata un rito. Lo zuppone è di almeno due litri, brodoso, caldo, a cui aggiungo di solito delle striscioline di pollo (in rappresaglia contro i galli). Con pazienza vi spezzetto dei fagiolini, poi abbondante menta, coriandolo, galangale, citronella, peperoncino piccante ed erbette/radici varie e sconosciute, un pizzico di zucchero di canna secondo i dettami locali, una salsina di pesce fermentato, delle foglie di lattuga. Spremo sul tutto un paio dei minuscoli limoni. A volte arricchisco con dei germogli di soia, delle arachidi o un cubetto gelatinoso di sangue di maiale. Infine i noodles: i miei preferiti sono quelli gialli e grossi tipici del nord, ma vanno bene anche quelli piatti fatti di pasta di riso o quelli che io chiamo "i polverosi". Lo zuppone va mangiato rigorosamente senza bere niente, altrimenti poi uno piscia a ogni passo fino a sera. Come ho fatto io la prima volta.
Non ho più nemmeno bisogno del caffè! |
C'è una cosa che mi preoccupa profondamente. Dal giorno in cui ho messo piede in Nepal non mangio cibo industriale. Nessun antiossidante, nessun colorante, nessun conservante, nessun additivo, nessun esaltatore di sapidità, nessun acidificante, nessun E-306 o E-219 o E-6morto. Niente, nemmeno un parabenzene o un pizzico di fenoftaleina. Mi farà male?
E poi c'è sempre lui, il fedele sticky rice (foto di Valerie Berland) |
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