lunedì 1 dicembre 2014

Sulle tracce degli elefanti

Lasciata la stupa e i trichechi alle nostre spalle, io e Coralie decidiamo di addentrarci nel cuore della foresta a visitare le tribù locali, sotto la brillante guida di un Hmong molto in gamba chiamato Wong Sa (ma potrebbe anche essere So Wang o Lemongrass: io lo chiamerò per tutto il tempo con l'universale e sempre valido "Ehi, tu"). Ha qualche anno meno di me e sei figli, ma ormai notizie del genere non riescono a incrinare la mia granitica fede nel Peterpanismo. Tanto più che ha un sacco di rughe più di me. Coralie, 30 anni, accusa il colpo e mi chiede di prenderla in sposa seduta stante.

Sembra un Kinder Brioss con le zampe, ma è meno pericoloso

Il trekking passa per una pista usata dagli elefanti, vediamo scoiattoli e uccelli di un blu elettrico che farebbero la gioia di un pittore lisergico. Forse Dio aveva fumato l'oppio, quando ha creato questo pezzo di pianeta. Incontriamo anche una simpatica scolopendra con cui ci accingiamo a giocare, quando Wong Sa ci informa che la bestiola è più pericolosa del cobra. Appena mi gira le spalle penso di catturarla e di buttarla  contro il prossimo gallo che incontro.
Wong Sa è animista. Ma anche buddista. E un po' cristiano e un pizzico induista, perchè no? Qui avere certe credenze vuol dire escluderne altre. Ognuno le vive a modo suo e nessuno se ne stupisce. Anzi, si stupiscono alla nostra domanda "A che religione appartenete?". Come domandare: a quale piatto appartenete? A quale libro? A quale albero?

La scolopendra è nascosta sotto lo sticky rice a sinistra

Nel nord del Laos la maggioranza è (anche) animista: ogni cosa ha un'anima che va rispettata e ringraziata. Sotto una cascata mangiamo il nostro sticky rice avvolto nelle foglie di banano - che qui serve da contenitore per cibi, tovaglia, ombrello, ecc. - dopo averne offerto un poco agli spiriti delle acque e della foresta. Che mantengano lontani da noi scolopendre e galli.
Lungo il cammino vediamo delle donne che fanno legna. Gli uomini oggi sono tutti ubriachi e quindi tocca al gentil sesso. Una mi saluta con fare timido ma seducente: è bellissima, la pelle ambrata e la vita sottile come un giunco. Poi si gira e con un colpo secco di machete apre in due un tronco di almeno mezzo metro di diametro. La saluto, ancora sotto shock, spiegandole con un sorriso rammaricato che purtroppo Coralie è arrivata prima di lei.

Sorridono, ma con una ginocchiata possono spezzarti la schiena

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