The Loop: così viene chiamato un itinerario motorizzato di 3-4 giorni
che parte da Tha Khaek, sale verso Vieng Khan, vira verso le montagne di Na
Hin, passa dalla piana di Kong Lo e poi riprende il giro con Lak Sao, Tha Lang,
Na Kai per tornare infine a Tha Khaek.
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La grotta vista da fuori |
Diciamo subito che la grotta di
Kong Lo vale da sola il viaggio in Laos: un fiume lungo diversi chilometri che
scorre sottoterra e voi dentro una minuscola piroga a motore, a sfiorare
le acque nere, nella più completa oscurità, entrando curva dopo curva nelle
viscere della montagna, mentre stalattiti enormi pendono dal soffitto alto fino a venti metri. In perfetto silenzio, nell'attesa di sentire sulla
spalla la mano gelida di Gollum che vi propone un indovinello. Una meraviglia,
consigliata a tutti claustrofobici in cerca di emozioni forti.
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L'entrata: quelle in fondo sono persone... |
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...e queste le barche su cui entriamo nella pancia della montagna. |
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Una delle grotte per cui siamo passati... |
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...e l'uscita, attesa con claustrofobica ansia. |
Prima di tornare sulla strada ci si ferma in un piccolo villaggetto, a rifocillarci con uno zuppone caldo bello carico di
galangale. E con tanta, tanta luce: ci mettiamo al sole manco fossimo lucertole uscite da un sasso.
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Luce, finalmente |
A Kong Lo ci vado con un giovane scozzese che incontro la sera prima nell'unico baracchino aperto alle sette di sera, quando mi ero già rassegnato ad andare a letto digiuno. Perchè se vuoi cenare qui, meglio pensarci in tempo. Lo scozzese, ammesso che sia tale, parla poco. E quel poco che dice, lo pronuncia in uno strettissimo accento che rende vano qualunque tentativo di comunicazione. Secondo me è per questo che parla poco.
Non fa il Loop, lui, va verso sud. Usciti da Kong Lo ci salutiamo, buon viaggio, good luck. L'ennesima faccia senza nome che scompare inghiottita dalle carte geografiche.
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So long, my friend! |
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