La famiglia che ci affitta i bungalow ha dei galli. Tutti hanno galli. Molti
galli. Galli come se piovesse. Galli addiribasta. Evidentemente non è bastato prendere un aereo
per sfuggire a questa piaga biblica che non mi farà dormire nemmeno qui.
Per un attimo la curiosità prende il sopravvento sulla sete di vendetta e chiedo alla signora come mai queste graziose creature devono spaccarmi i coglioni in così grande numero anche qui. Vengo a sapere qual è lo sport nazionale delle Filippine. Non posso crederci. Con la memoria ripercorro i momenti salienti della mia vita, alla ricerca di una colpa che possa giustificare tanto odio da parte dell’universo.
Per un attimo la curiosità prende il sopravvento sulla sete di vendetta e chiedo alla signora come mai queste graziose creature devono spaccarmi i coglioni in così grande numero anche qui. Vengo a sapere qual è lo sport nazionale delle Filippine. Non posso crederci. Con la memoria ripercorro i momenti salienti della mia vita, alla ricerca di una colpa che possa giustificare tanto odio da parte dell’universo.
Finalmente capisco il proverbio dei due galli nello stesso pollaio |
Sabong, la lotta tra galli. Più sacra di San Pallone in Italia, e ho detto tutto. Una religione, più che uno sport. I galli famosi vengono coccolati come delle star, con tanto di casette individuali e un'alimentazione che qui non riservano nemmeno ai propri figli (un gallo da battaglia costa dai 5000 ai 7000 pesos, e poi lo devi allenare). Ogni filippino ha una dozzina di galli” che alleva, cura, addestra per l’agone. Il calcolo è semplice: cento milioni di filippini moltiplicato per dodici galli fa zero ore di sonno.
Mentre mi sta per partire un bestemmione galattico ci penso
su. In fondo è qui che i miei nemici giurati trovano la loro giusta fine.
Uccidendosi l’uno con l’altro senza pietà. Il mostro che è in me sogghigna,
mentre Hyde ruggisce per venire a galla. E lo fa domenica pomeriggio.
Il figlio allena i galli con un fantoccio (foto di Coralie Pelletret) |
La micidiale lama si aggiunge al momento (foto di Coralie Pelletret) |
Accompagnato da Zaka mi dirigo nell'arena di Anda.
Appena entro vengo investito da un frastuono che quasi mi butta a terra. I galli vengono presentati al pubblico mentre tutti esplodono in grida a me incomprensibili. Sembrano dei broker epilettici durante il crollo della Borsa. Va bene, stanno scommettendo, ma cosa? Indicano con le dita le somme da giocare (spropositate: fino a 5000 pesos, ovvero il salario medio mensile), ma con chi? Non c'è nessuno che raccoglie i soldi. Ci metto una ventina di minuti per capire, tanto la cosa è lontana dall’italico modo di fare.
Appena entro vengo investito da un frastuono che quasi mi butta a terra. I galli vengono presentati al pubblico mentre tutti esplodono in grida a me incomprensibili. Sembrano dei broker epilettici durante il crollo della Borsa. Va bene, stanno scommettendo, ma cosa? Indicano con le dita le somme da giocare (spropositate: fino a 5000 pesos, ovvero il salario medio mensile), ma con chi? Non c'è nessuno che raccoglie i soldi. Ci metto una ventina di minuti per capire, tanto la cosa è lontana dall’italico modo di fare.
Il fatto è che scommettono tra di loro: ognuno cerca intorno
un altro che scommetta la stessa cifra sul gallo avversario e alla fine del
combattimento chi perde paga. Con la massima tranquillità, senza fare storie, sborsando
cifre da capogiro. Che onestà. In Italia i perdenti se la darebbero a
gambe, inseguiti dai vincitori furenti, e il tutto finirebbe a colpi di
crick.
Il cockpit di Anda, io sono di quinta (foto di Coralie Pelletret) |
Mentre cerco di sviscerare l'antropologia locale del gamblig le urla arrivano al cielo. I galli vengono avvicinati uno all'altro, innervositi, provocati, incitati alla pugna. Alle zampe hanno legata una lama affilatissima di 4-5 centimetri. Il combattimento finisce con la morte dell'avversario.
La prima lotta a cui assisto dura pochi secondi, un pennuto
crolla al suolo. Collasso cardiaco, mi spiega un vicino, i galli hanno un cuore
debole e non sopportano tanto stress. Mi sfiora un sentimento di pietà per
quelle povere (bastarde) bestie.
La seconda lotta è orribilmente crudele,
uno dei due becca l'altro fino a straziarlo. Mi sfiora un sentimento di
repulsione alla vista di tanto dolore.
La terza lotta finisce in un lago di
sangue. Inizio a farci l'abitudine.
Alla quarta lotta inizio a scommettere. Valuto
velocemente dimensioni, aggressività, destrezza, flessibilità del collo,
posizione della lama.
Alla quinta lotta sono in piedi e urlo come un
ossesso (in italiano) Vai, biondo! Strappagli il cuore a quel figlio di
puttana! Mettigli quella cazzo di lama tra le scapole!
Zaka mi guarda preoccupato. Mi sfiora il ricordo di quando un giorno a Barcellona partecipai a una manifestazione contro la corrida, ma è solo un attimo: arrivano altri due galli e devo studiarli, non c'è tempo per inutili nostalgie.
Zaka mi guarda preoccupato. Mi sfiora il ricordo di quando un giorno a Barcellona partecipai a una manifestazione contro la corrida, ma è solo un attimo: arrivano altri due galli e devo studiarli, non c'è tempo per inutili nostalgie.
Sono anche piuttosto bravo, il filippino accanto a me
capisce che ci azzecco e inizia a puntare sullo stesso gallo su cui punto
io. Scommetto. Grido. Incito. Vinco. Esulto. Passo così tutto il
pomeriggio della domenica, insieme a una folla di maschi sudati e urlanti, con
i soldi appallottolati e lanciati dagli spalti. Inutile fare morale se non ci
siete stati, inutile citare a sproposito Gandhi e San Francesco. Solo il cuore
sensibile di alcuni ultras può capire
quello che ho provato io in quell'arena sporca di segatura e sangue.
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